NOI E IL GIUDIZIO

NOI E IL GIUDIZIO

GIUDICARE E ESSERE GIUDICATI

Al di là del significato giuridico di giudizio in cui c’è un giudice, una giuria ed un giudicato, l’accezione che a noi interessa è un’altra. In questo caso parliamo di giudizio legato a ciò che si pensa di una cosa o di una persona, di una valutazione personale in merito a questo aspetto.

Nel Vangelo troviamo la celeberrima frase di Gesù:

1 Non giudicate, per non essere giudicati; 2 perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati.

Anche se a qualcuno questa frase può sembrare “fastidiosa” il concetto che si può evincere va ben oltre il semplice significato delle parole.

Ok, non interessa il fatto di essere poi giudicati noi da un entità superiore per come avremo giudicato perché non ci crediamo.

Ok vogliamo continuare a giudicare perché ci sentiamo in grado di farlo.

Come la mettiamo poi con i giudizi che diamo a noi?

Nel senso che se siamo abitudinari nel giudicare cose o situazioni più o meno aspramente, molto probabilmente faremo la stessa cosa anche con noi. E’ un po’ come se provassimo a riscrivere la suddetta frase di Gesù in “Non giudicate per non essere giudicati, perché con il giudizio con cui giudicate vi giudicherete…”

QUANDO SI GIUDICA

Ora affrontiamo la questione più delicata del Giudicare: capire quando lo stiamo facendo.

Potrebbe essere talmente una abitudine dire cose su una persona con un’altra che neanche ci facciamo caso. Pensiamo un attimo a quando ci ritroviamo al bar con un amico o amica a prendere un caffè ed iniziamo a parlare di una terza persona: quanto è facile scendere nel giudizio?

Quante volte etichettiamo qualcuno solo per il suo orientamento sessuale, politico o religioso?

Questa situazione ovviamente si verifica non solo quando parliamo “male” di qualcuno con qualcun altro. Molto spesso lo facciamo mentalmente e ci diciamo:

  • Io non sono come quello perché…
  • Io mi sarei comportato in maniera diversa…
  • Io non avrei fatto quell’errore…
  • Quella persona si sta abbuffando: ma si è vista che pancia ha?

E poi lo facciamo anche fisicamente ad esempio rinunciando a parlare con delle persone perché a “pelle” non ci stanno simpatiche. Chissà forse anche perché i giudizi di qualcun altro su quella persona ci hanno in qualche modo influenzato!

LASCIATI E LASCIA STARE

E veniamo pertanto al focus della questione.

Quando giudichiamo in maniera feroce gli altri, altrettanto ferocemente giudicheremo noi nelle nostre azioni, nel nostro parlare e perché no anche nel nostro aspetto fisico.

Saremo senza pietà con noi stessi se lo siamo con gli altri.

Accettare in questo caso è la parola che ci può aiutare:

  • Accettare di non sapere tutto (Socrate diceva “Io so di non sapere”)
  • Accettare che gli altri abbiano orientamenti diversi dai nostri, anzi esserne contenti!
  • Accettare che quello che è vero e utile per me può non esserlo per un altro
  • Accettare di prendere un caffe in compagnia senza farsi grandi sminuendo le altre persone

Accettare, Accettarsi, Accogliere sapendo che quello che è diverso negli altri per noi non ci distrugge ma ci completa.