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Doriano Diamantini – Sportlife & Business Coach

DIPENDE DA CHE PUNTO GUARDI LE COSE

DIPENDE

Come dice la canzone degli Jarabe de Palo: Dipende, da che punto guardi il mondo, tutto dipende. Guardare le cose da più punti di vista può darci molte soddisfazioni, anche se a volte costa fatica provare ad allargare anche solo di un grado l’angolazione delle nostre vedute.

Una delle cose che ha sempre caratterizzato noi italiani, è il famoso made in Italy. Che non è solo un marchio legato alla moda, ma molto di più. Noi abitanti di questa bella penisola abbiamo particolarmente sviluppato nel nostro DNA, leggasi abilità acquisite nel corso della storia, la capacità di creare situazioni e cose particolarmente apprezzate in tutto il globo.

E allora ecco che in un recente passato, parlo degli anni 70-80, una bottega di un fabbro è diventata una azienda metalmeccanica multinazionale. Un semplice contadino ha creato un colosso nel campo dell’alimentazione. Senza poi andare a prendere in considerazione anche i famosi miracoli americani, tanto invidiati, vedi ad esempio Steve Jobs e Mark Zuckerberg.

E non possiamo trincerarci dietro la scusa che una volta era più facile…oggi è tutto più complicato.

E’ vero oggi tra tasse, permessi ed obblighi l’asticella della difficoltà è aumentata, ma allo stesso modo sono aumentate anche le nostre competenze e le nostre conoscenze.

Conoscete la storiella dell’Uovo di Colombo? Se non la conoscete andate a leggervela.

E’ proprio di questo che sto parlando, della semplicità con cui a volte potremmo risolvere problemi apparentemente complicati, basta pensarci. E per pensarci cosa bisogna fare? Allargare il nostro orizzonte e guardare le cose da diversi punti di vista… Dipende da che punto guardi il mondo….

Oggi c’è una diffusa preoccupazione per il futuro dei giovani, per quella che definiamo la grave situazione economica, per il lavoro, per l’ambiente, per la saluti, direi molto allarmismo! In tutto questo però non prendiamo in considerazione le capacità e le risorse che hanno dentro le persone. In particolare le nuove generazioni hanno già tutto quello che occorre per adattarsi e crearsi un futuro che nemmeno ci immaginiamo. Sicuramente sono più propensi ad avere una visione allargata ed a vedere le cose da più angolazioni.

Uomini e donne dai 20 in su, ricordate che i nostri avi hanno ricostruito molto dopo aver vissuto sulla loro pelle le due guerre mondiali. Sicuramente erano preoccupati per il futuro dei loro figli come noi oggi e forse di più, ma hanno contribuito in maniera fondamentale al benessere che abbiamo oggi.

Noi cosa abbiamo di meno di loro? Forse la vita troppo agiata degli ultimi decenni ci ha privati un po’ di quell’istinto di sopravvivenza. Trovare il frigo sempre pieno ci fa sentire sazi, come se fossimo diventati degli animali domestici che non vanno più in cerca della loro preda, ma quell’istinto è insito dentro di noi basta rispolverarlo un po’.

Ognuno dei nostri avi era un essere unico e speciale, proprio come lo siamo noi!

Posted by admin in Autocoaching

SCALARE LE MONTAGNE

Autocoaching, scalare, traguardo

SCALARE LE MONTAGNE CON L’AUTOCOACHING

Scalare le montagne con l’Autocoaching va bene per tutti.

Francesco Petrarca il 26 aprile 1336 scalò il Monte Ventoso, allora una impervia impresa, tra ciotoli e rapide salite, insieme al fratello Gherardo. Due fratelli, due modi diversi di effettuare la salita. Il tutto descritto in maniera dettagliata per le difficoltà incontrate e le emozioni provate ne “Ascesa al Monte Ventoso

Salire in cima ad una vetta non è così scontato eppure miriadi di persone tra cui anche personaggi famosi e di spicco, hanno cercato e cercano continuamente questa impresa. Partire per scalare le montagne, ricercare il limite del possibile, richiede preparazione sì, ma anche coraggio e soprattutto rispetto per l’ambiente che ci ospita. In sostanza quando ci buttiamo in una scalata impegnativa o in un’altra impresa diventiamo coach di noi stessi. L’Autocoaching è un percorso semplice nei suoi fondamenti e molto spesso lo applichiamo senza neanche rendercene conto. Quanto creiamo motivazione stimolati dall’emozione dell’evento e lo organizziamo nei suoi dettagli ecco che stiamo facendo Autocoaching! E quando non ci riusciamo è perché non conosciamo bene la metodologia, ma quella può tranquillamente essere appresa mediante percorsi formativi o sessioni individuali.

Durante la scalata di una montagna, durante una impresa ardua, spesso siamo alla ricerca di qualcosa che pulsa dentro di noi: capire fin dove possiamo arrivare con le nostre forze non solo fisiche ma anche quelle mentali. Tutto bene quindi, fin quando poi non osiamo andare oltre, ossia quando non decidiamo di usare lo stesso approccio anche nella vita di tutti i giorni. Quando non scegliamo di portare avanti progetti personali con la stessa determinazione prima di tutto per rispetto a noi stessi.

S.Agostino nelle confessioni scrisse: “E gli uomini vanno ad ammirare le altezze dei monti e i vasti flutti del mare e gli ampi letti dei fiumi e l’immensità dell’oceano e il corso delle stelle, e trascurano se stessi…”

Tutto sommato a pensarci bene forse è più facile scalare una montagna impervia che decidere di affrontare la cima della nostra felicità. Le pareti in quest’ultimo caso sono lastricate di difficoltà, soprattutto emotive, che come esseri umani tendiamo ad evitare. Raggiungere la cima del monte più alto a piedi e con lo zaino ultra pesante è una cosa che siamo disposti dunque a fare per goderci un bellissimo panorama.

Provare a salire in cima alla montagnola delle nostre difficoltà per ammirare la meraviglia della nostra vita invece viene più spontaneo lasciare perdere.

Eppure ci lamentiamo che la nostra vita così com’è non ci piace….

Posted by admin in Autocoaching, Fitness

Potenzialità e Vocazione

L’ESEMPIO DI GINO BARTALI

 

Potenzialità e vocazione vanno sempre a braccetto.

Gino Bartali pedalando su e giù per le colline umbro-toscane portò la speranza a ben 800 ebrei i quali grazie al suo ruolo di postino segreto fornì loro documenti falsi (nascosti dentro il telaio della bicicletta) che evitò la loro deportazione.

Gino Bartali fu’ un esempio di espressione di una vocazione, intesa nel senso più ampio del termine, un termine che coinvolge la vita di tutte le persone. Non sto parlando della sua innata capacità atletica, ma di qualcosa di più umano che aveva dentro, che poi riuscì a coniugare con le sue doti, con le sue potenzialità.

Tutti siamo chiamati a svolgere un particolare compito anche se a volte facciamo fatica a capirlo. Sono le potenzialità, ossia dei poteri speciali di cui siamo dotati, che ci guidano verso la nostra vocazione che ovviamente non può ledere nessuno, ma semmai aiutare anche altre persone.

Le nostre potenzialità, sono quelle che quando esercitate ci fanno provare delle emozioni positive molto forti, tanto che riusciamo a perdere anche la cognizione del tempo. E’ questo il primo passo per capire veramente chi siamo dentro e dove vogliamo andare. Poi tiriamo fuori un po’ della nostra creatività, che è una delle potenzialità di cui siamo dotati, e capiremo anche come fare a rispondere alla nostra vocazione

 

Posted by admin in Spiritualità