SINTONIZZARSI SULL’ASCOLTO

Ascolto attivo 

DUE PAROLE SULL’ASCOLTO ATTIVO

L’ascolto attivo si ha quando oltre ad ascoltare le parole della persona che abbiamo davanti riusciamo a cogliere anche gli altri segnali legati al tono della voce, ai movimenti che compie, alle emozioni che possono scaturire dai suoi occhi… Dunque un insieme di fattori che possono aiutarci a capire meglio ed in maniera più profonda il significato delle parole emesse dal nostro interlocutore.

Pensiamo ad esempio se dovessimo incontrare una persona che parla una lingua a noi sconosciuta: come potremmo capirci?

In questo caso potremmo comprendere il messaggio che ci sta trasmettendo “lo straniero” guardando i suoi gesti, ascoltando il tono della sua voce.

Quante volte ci è capitato di arrabbiarci con qualcuno, di non essere in sintonia, perché c’è stato un errore nella comunicazione? Non ci siamo capiti?

Pensiamo allora ad una di quelle occasioni e chiediamoci che tipo di ascolto avevamo attivato, se stavamo parlando la stessa lingua o se ognuno prendeva due strade comunicative diverse.

Ascolto attivo vuol dire anche essere in sintonia con le altre persone. Al di là di essere più o meno predisposti a questa cosa, l’ascolto attivo, è una capacità che si può migliorare se ci sono tre fattori a disposizione: un metodo, dedicarci un po’ di tempo e naturalmente avere voglia di farlo. Tempo e volontà fanno parte delle nostre scelte, il metodo è invece un qualcosa da acquisire.

Quali saranno i frutti di questo investimento?

  • Risparmi di tempo futuri non quantificabili sulle incomprensioni
  • Maggior serenità
  • Migliori rapporti con le persone, in particolare con quelle che ci stanno accanto
  • AUMENTO DEL PROPRIO BENESSERE

IL METODO

Qual è dunque il metodo per diventare delle persone che utilizzano la modalità di ASCOLTO ATTIVO?

La cosa è molto semplice e si riassume in poche parole: prestare attenzione ai segnali di cui abbiamo già detto (tono della voce, movimenti, guardare negli occhi)

E se non ci riesco?

Come sempre le cose vanno fatte per gradi. Se per anni non abbiamo focalizzato questi aspetti di una persona che ci parla, o non gli abbiamo dato la giusta importanza, è improbabile che con un click diventiamo improvvisamente degli ascoltatori attivi.

Occorre mettere in campo dunque il fattore volontà ed iniziare ad accorgersi che quando una persona ci sta parlando non ci sono solo le parole ma anche gli altri fattori.

Possiamo iniziare ad esempio a notare il tono della voce abbinato alle parole, o accorgerci di un gesto particolare. Con il passare dei giorni questa pratica diventerà sempre più facile e naturale. Se all’inizio tuttavia non riusciamo a capirci molto, forse avremo anche più confusione, NON PREOCCUPIAMOCI!

E’ normale, stiamo imparando un’altra lingua, tra l’altro anche difficile da apprendere, e per questo ci vuole il fattore tempo, un po’ di pazienza e perseveranza.

GUARDARE NEGLI OCCHI

Il fattore “guardare negli occhi” è quello più complicato, poiché dietro si potrebbero celare delle nostre insicurezze, per cui magari proprio non riusciamo ad applicarlo.

In questo caso è necessario intraprendere un percorso personale legato alla consapevolezza di se stessi, alla propria autostima, alla propria autoefficacia. Su questo potrebbe essere necessario ricorrere anche ad un aiuto esterno che sappia guidarci in questo campo particolarmente ostico. Anche qui si tratterà di comprendere un metodo e piano piano applicarlo.

IL FEEDBACK

Una persona che attua la modalità di ascolto attivo, non può prescindere poi dal dare delle informazioni di ritorno a colui che gli parla, i cosiddetti feedback. Si tratta ad esempio di riassumere brevemente all’interlocutore quello che ci sta dicendo “Quindi mi stai dicendo che…”.

Si possono fare anche dei cenni di consenso, purché non siano il classico scuotere la testa su e giù tanto per dare l’impressione che stiamo ascoltando.

2 comments

biajiacomine

Thank you for this post. Its very inspiring.

Grazie